Gian Evangelista Gobio

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Necrologio pubblicato su Mantova Libera del 9 maggio 1945

Gianni Evangelista Gobio (Virgilio, 2 maggio 1911Genivolta, 23 gennaio 1945) è stato un partigiano e militare italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente alla famiglia nobile mantovana dei Gobio, figlio di Gian Luigi e di Biancamaria Berzoni, fu educato in collegi di Brescia e di Merate. Frequentò all'Università di Bologna la facoltà d'agraria, ma optò poi per la vita militare presso la scuola allievi ufficiali di cavalleria a Pinerolo.[1]

Dopo aver partecipato alla guerra d'Etiopia, passò alla scuola dì applicazione di Roma e quindi al Savoia Cavalleria a Milano e a Voghera. Scoppiata la Seconda guerra mondiale, verrà inviato sul fronte nordafricano da dove verrà rimpatriato in quanto gravemente ammalato.[1] L'8 settembre 1943, era all'ospedale di Torino da dove raggiunse la famiglia a Mantova. Nel maggio del '44 prende contatto con la Resistenza, aggregandosi (come altri suoi famigliari) a formazioni partigiane della provincia virgiliana.[1]

Evangelista Gobio fu catturato con il fratello avv. Giancarlo. La Brigata Nera di Mantova cedette la loro dimora situata a 4 Km dalla città di Mantova, al controspionaggio militare tedesco, il F.A.T. 374 (Front Aufklärung Truppe), dipendente dalle SS di Verona (gen. W. Harster).[2] Gianni Evangelista comunque riuscì a fuggire nel trasferimento dalla camera di tortura in via Chiassi al vicino carcere di Mantova, approfittando di un allarme aereo.[1] Continuò la lotta partigiana con i Sepral di Travagliato. Scoperto, si rifugiò presso un amico, il conte Medolago Martinengo di Villagana che lo nascose in una sua villa di campagna a Genivolta in provincia di Cremona. Una notte un gruppo di militi della Brigata Nera della zona accerchiò la casa e Gian Evangelista Gobio fu freddato a morte mentre cercava di porsi in salvo attraverso la campagna.[3] Il corpo fu lasciato per scelta dei fascisti insepolto per alcuni giorni, fino a quando non trovò riposo nel piccolo cimitero di Genivolta.[1] Il maresciallo Harold Alexander gli conferì il certificato di patriota combattente.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Gianni Evangelista Gobio. Caduto per la libertà, in MANTOVA LIBERA, 10 maggio 1945, p. 2. URL consultato il 24 aprile 2021.
  2. ^ Emilio Clementel, I prigionieri di villa Gobio. Memorie di un agente italiano al servizio dell'intelligence inglese (1943-1945), a cura di Carlo Benfatti, Mantova, Sometti, 2001.
  3. ^ a b 25 aprile, Anpi e Comune di Borgo Virgilio lo ricordano a Villa Gobio, simbolo degli orrori nazisti, su mantovauno.it. URL consultato il 24 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Clementel, I prigionieri di villa Gobio. Memorie di un agente italiano al servizio dell'intelligence inglese (1943-1945), a cura di Carlo Benfatti, Mantova, Sometti, 2001.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]